Tenere veloce l'SSD del PC; opzioni da modificare in Windows
Come ottenere il massimo da un disco SSD su Windows in modo che sia sempre veloce e che non si rovini col tempo
In termini semplici di confronto possiamo dire senza paura di contestazione che un vecchio PC con processore di 6 o 8 anni fa che monsta SSD sia più sensibilmente veloce di un PC nuovo con hard disk.
Come scritto in due guide diverse, è infatti possibile far tornare veloce un vecchio portatile comprato qualche anno fa e dare nuova vita a un PC vecchio cambiando poche parti, tra cui sopratutto l'hard disk.
La differenza tra SSD e Hard disk più importante è che mentre gli SSD non utilizzano componenti meccanici in movimento, ma sono memorie solide la cui lettura è molto più veloce rispetto a quella di una testina su disco.
Chi possiede un computer con SSD deve però anche modificare la configurazione di Windows in modo da ottimizzare la velocità dell'unità a stato solido, sopratutto per mantenerle integre per più tempo possibile.
Il problema delle SSD è che, se usate male, degradano velocemente perdendo quella velocità iniziale.
Mentre su Windows 7 c'è più lavoro da fare, Windows 10, e Windows 11 anche, offre numerose funzionalità che consentono agli SSD di funzionare al massimo delle loro potenzialità, ma non sempre sono configurazioni abilitate per impostazione predefinita.
Inoltre, rispetto qualche anno fa, sono cambiate le regole per tenere veloce l'SSD e farlo durare di più.
1) Aggiornare il firmware
Per assicurarsi le massime prestazioni dell'SSD è importante tenere aggiornato il suo firmware.
Per farlo, bisogna scaricare ed installare il programma di gestione dell'unità, fornito dal produttore.
Per esempio, per gli SSD Samsung, si può usare il programma Samsung Magician che oltre ad aggiornare il firmware include tutte le opzioni per ottimizzare l'SSD.
Ogni produttore di SSD ha il proprio metodo per gli aggiornamenti del firmware SSD, quindi è necessario visitare i siti Web ufficiali dei produttori di SSD e seguire le relative guide da lì.
Uno strumento utile per aiutarci è CrystalDiskInfo, che mostra informazioni approfondite sull'SSD, inclusa la versione del firmware.
2) Abilitare AHCI
AHCI sta per Advanced Host Controller Interface ed è una funzione fondamentale per garantire che Windows supporti tutte le funzionalità di un SSD sul computer.
In particolare assicura che sia attiva la funzione TRIM, che consente a Windows di usare correttamente l'SSD nella procedura di cancellazione dati.
Per abilitare AHCI, si dovrà intervenire dal BIOS, che è diverso per ogni computer.
I programmi di gestione firmware come Samsung Magician permettono di attivare AHCI dalle opzioni.
3) Abilitare TRIM
Su qualsiasi tipo di dischi, hard disk o SSD, quando si eliminano dati, il sistema operativo in realtà non li cancella, elimina soltanto il loro riferimento preparando i settori ad essere sovrascritti nel caso vengano creati altri dati.
Per questo motivo esistono quei programmi per la cancellazione sicura e completa dei file e per cancellare lo spazio libero che sovrascrivono i dati cancellati con roba senza senso in modo che nessuno possa recuperarli.
Questo numero di dati non effettivamente cancellati è un fattore che degrada la durata degli SSD.
Poiché lo spazio deve essere cancellato prima che possa essere sovrascritto di nuovo in una SSD, conviene abilitare il supporto TRIM che consente di scrivere nuovi file in modo più efficiente, pulendo lo spazio disponibile.
TRIM è supportato da Windows 7, Mac ed anche da Ubuntu Linux.
Per verificare se Trim è abilitato, seguire la seguente procedura:
Andare su Start, digitare cmd nella casella di ricerca, e, prima di scrivere, premere insieme i tasti CTRL+Maiusc+Invio per avviare il prompt dei comandi con privilegi da amministratore.
Scrivere poi il comando fsutil behavior query disabledeletenotify e premere Invio.
Se la risposta è DisableDeleteNotify = 0, Trim è abilitato mentre se è 1, è disattivato.
Per attivare Trim il comando è fsutil behavior set disablenotify 0
4) Verificare che il ripristino configurazione di sistema sia abilitato
Qualche anno fa, quando gli SSD erano meno durevoli e più delicati, le guide di informatica consigliavano di tenere disattivato il ripristino configurazione di sistema per garantire più longevità.
Oggi questo è un consiglio sbagliato, quindi è meglio lasciare il ripristino attivato perchè importante a correggere errori del sistema improvvisi.
In un altro articolo la guida attivare i punti di ripristino di sistema in Windows 10.
In breve, per modificare il Ripristino configurazione di sistema, andare sul menu Avvio, cliccare col tasto destro su Computer > Proprietà > Impostazioni di sistema avanzate (a sinistra) > scheda Protezione sistema > selezionare il disco SSD > Premere su Configura e attivare il ripristino.
Cliccare su OK per salvare le modifiche.
5) Deframmentare il disco SSD
L''utilità di deframmentazione serve a sistemare i file sul disco in modo ordinato e contiguo, mettendoli tutti vicini ed è fondamentale per gli hard disk.
Un SSD non ha alcun bisogno di deframmentazione perchè può accedere a qualsiasi settore sul disco con la stessa velocità.
In Windows 10 e Windows 11, però, l'utilità di deframmentazione automatica utilizza un sistema diverso di ottimizzazione per le unità SSD ed è quindi consigliato di tenerlo attivato.
L'ottimizzazione disco in Windows 10 non è altro che l'esecuzione del comando TRIM, quindi utile alla salute dell'unità.
Per verificare che sia attivata, cercare la parola Deframmenta nel menu Start e, nella schermata che appare, controllare che per tutte le unità sia scritto OK.
6) Disattivare l'indicizzazione del disco
Windows usa un servizio di indicizzazione per tracciare i file e permettere all'utente di cercarli più in fretta.
Il problema è che l'indicizzazione aggiorna costantemente il proprio database ogni volta che si modificano file e queste operazioni di scrittura continue contribuiscono a diminuire la vita del SSD.
Per disattivare il servizio di indicizzazione di Windows, bisogna aprire Computer (Questo PC in Windows 10) dal menu Start, cliccare col tasto destro sul disco SSD, entrare nelle Proprietà e, in basso, levare l'opzione di indicizzazione.
cliccare su OK per salvare le modifiche.
6) Disabilitare le funzioni Prefetch e Superfetch
"Prefetch" e "Superfetch" sono due sistemi con cui Windows memorizza informazioni di programmi non in uso, ma che vengono usati spesso.
Si può fare a meno di questa funzionalità anche se è necessario modificare due chiavi di registro.
Bisogna quindi andare nell'editor delle chiavi di sistema e recarsi al percorso:
HKEY_LOCAL_MACHINE\Current\ControlSet\Control\Session Manager\Memory Management\PrefetchParameters
Qui i due valori "EnablePrefetcher" e "EnableSuperfetch" devono essere entrambi a zero.
Comunque sia, in Windows 10 il Superfetch è già disattivato per le unità SSD.
7) Configurare la cache di scrittura
Su molti SSD, la cache di scrittura a livello utente può avere un effetto negativo sull'unità.
Per capirlo, si può disabilitare l'opzione in Windows e vedere come si comporta l'unità dopo la modifica, se le prestazioni migliorano o peggiorano.
Per farlo, premere col tasto destro del mouse su "Computer" nel menu Start, andare su "Proprietà", poi su "Gestione dispositivi".
Qui trovare la sezione Unità disco, premere con il tasto destro del mouse sul nome dell'SSD, andare su Proprietà e infine alla scheda Criteri.
Qui si può attivare o disattivare l'opzione "Attiva cache in scrittura sul dispositivo".
8) Impostare l'opzione di alimentazione "Alte prestazioni"
Questa configurazione è in grado di ottimizzare sia le unità SSD che gli hard disk e significa disattivare il risparmio energetico per le unità disco.
Per cambiare le opzioni di alimentazione, accedere al Pannello di controllo > Sistema e sicurezza,andare alle "opzioni risparmio energia" e impostare le Prestazioni elevate" che è utile anche per tenere le prestazioni del processore sempre al massimo.
Nonostante queste raccomandazioni, non è che il disco SSD dura meno se si usa poco il computer, non avrebbe senso.
Sono soltanto gli automatismi in background di Windows che, alla lunga, possono portare il disco solido ad essere più lento e meno efficiente nel tempo.
Per finire, è molto utile usare i programmi per ottimizzare e gestire la SSD, in modo da controllare lo sato di salute e rendere automatiche le configurazioni viste sopra.