Limitare e ridurre l'utilizzo di CPU per app e processi Windows
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Come regolare e ridurre l'uso della CPU per uno o più processi attivi o per le applicazioni in uso su Windows per limitare il loro impatto
Generalmente l'uso di CPU non è un problema nei computer moderni, a meno che non ci siano programmi molto pesanti in esecuzione o in caso di errori. Per esempio, può darsi che processi di sistema come svchost occupino il 99% della CPU oppure che il browser Chrome, a causa di un sito sballato o per un errore su un plugin vada ad impegnare la CPU quasi al massimo o quando si vedono interrupt di sistema utilizzare troppa CPU.
Al di là di questi eventi casuali, se si scopre spesso che il PC soffre di rallentamenti o blocchi nell'esecuzione dei programmi, può essere utile, oltre a controllare i processi dal task manager (che si apre su Windows premendo insieme i tasti CTRL-Maiusc-ESC e su WIndows 11 e 10 premendo dopo su Più dettagli), l'uso di uno strumento che ne regoli l'utilizzo della potenza di processore.
In pratica si vuole fare in modo che se un processo consuma troppa CPU, questo venga non terminato, ma reso meno importante rispetto agli altri, in modo che la CPU possa bilanciare il suo carico e lavorare meno per questo processo.
Questo è un meccanismo che Windows già fa automaticamente, in modo da velocizzare l'esecuzione dei programmi ad alta priorità su Windows.
In Windows 11, la priorità dei processi si può alzare o abbassare dal gestore attività, dove premendo col tasto destro su uno dei processi, si può attivare o disattivare la modalità efficienza. Questa modalità, che è indicata da un'icona a forma di fogliolina verde, si attiva automaticamente sui processi o i programmi che sono in standby (ossia non in uso), per dare loro meno importanza e fargli usare meno risorse possibile.
Se il nostro computer è davvero troppo lento e non sappiamo come recuperare le vecchie performance, possiamo ridurre l'utilizzo elevato della CPU su Windows 11 e Windows 10, recuperando le prestazioni perdute cambiando alcune configurazioni.
Il primo consiglio che possiamo seguire prevede la chiusura delle app indesiderate da Gestione attività, così da lasciare più risorse agli altri programmi e processi in uso.
Per procedere facciamo clic destro sul menu Start, premiamo su Gestione attività, clicchiamo su Più dettagli (se presente), premiamo sulla scheda Processi, premiamo sulla colonna CPU per ordinare i processi per percentuale di utilizzo del processore e chiudiamo eventuali applicazioni che consumano troppa CPU ma che non stiamo utilizzando in quel preciso momento.
Cerchiamo di evitare la chiusura di processi o di applicazioni che non conosciamo o di cui non sappiamo nulla: rischiamo di fare dei danni o di chiudere dei processi indispensabili per il corretto funzionamento di Windows. Per approfondire possiamo leggere la nostra guida su come chiudere i processi attivi inutili di Windows.
La maggior parte dei problemi di carico elevato della CPU sono causati dai programmi in background, ossia dalle applicazioni che si avviano insieme a Windows e di cui l'utente non sa nulla.
Per controllare le applicazioni in background facciamo clic destro sul menu Start, premiamo su Impostazioni, clicchiamo sul menu App, selezioniamo il menu Avvio, rimuoviamo il segno di spunta alle applicazioni che non vogliamo si avviino insieme a Windows e riavviamo il PC per rendere effettive le modifiche. Questa procedura è valida sia per Windows 10 sia per Windows 11, visto che i menu sono identici.
In alternativa possiamo rimuovere i processi in background aprendo nuovamente Gestione attività, premendo sulla scheda Avvio, facendo clic destro sul processo che vogliamo disattivare e premendo infine su Disabilita. Per approfondire possiamo leggere la nostra guida su come disattivare avvio programmi automatico in Windows.
Alcuni profili del risparmio energetico (come per esempio Prestazioni massime) aumentano la frequenza della CPU causando quindi surriscaldamento, rallentamento dei processi e autonomia ridotta (sui portatili).
Per ridurre l'utilizzo elevato della CPU possiamo reimpostare il profilo di risparmio energetico predefinito aprendo il menu Start, aprendo il Pannello di controllo e portandoci nel percorso Hardware e suoni -> Opzioni risparmio energia.
Dopo aver aperto questa schermata assicuriamoci di selezionare il profilo Bilanciato, così da ridurre la frequenza del processore. Se avevamo personalizzato questo profilo in passato facciamo clic sulla voce Modifica impostazioni hardware accanto al nome del profilo Bilanciato e premiamo sulla voce Ripristina impostazioni predefinite per questa combinazione.
Sul risparmio energetico possiamo leggere le nostre guide su come attivare e disattivare il limitatore di potenza di Windows 10 e su come usare il risparmio batteria intelligente in Windows 10 e 11 sul portatile.
Superfetch (Processo Sysmain) è un servizio che consente alle applicazioni di caricare contenuti ancor prima di aprirli. Questa funzione aumenta considerevolmente l'utilizzo della CPU e, sui computer meno performanti, conviene sempre disattivarla.
Per procedere premiamo sulla tastiera la combinazione WIN+R, digitiamo services.msc e, una volta aperta la finestra dei servizi, identifichiamo il servizio SysMain. Aprire con un doppio click SysMain, premiamo su Interrompi e, nel menu a tendina accanto alla voce Tipo di avvio, selezioniamo la voce Disabilitato; riavviamo il computer per rendere effettive le modifiche.
Uno dei motivi per cui Windows rallenta vistosamente è l'installazione degli aggiornamenti. Durante questa fase il sistema utilizza una parte considerevole delle risorse del computer e, sui PC con qualche anno sulle spalle, durante gli aggiornamenti il computer è totalmente inutilizzabile.
Per evitare che gli aggiornamenti utilizzino tutte le risorse del computer possiamo fare affidamento sull'orario attività, così da installare gli update solo fuori dall'orario di attività o di lavoro (bisogna però ricordarsi di lasciare il PC acceso per almeno un'ora dopo l'orario di attività, così da portare a termine gli aggiornamenti).
Su Windows 11 possiamo rimandare gli aggiornamenti fuori dall'orario di attività portandoci nel percorso Impostazioni -> Windows Update -> Opzioni avanzate, aprendo il menu Orario di attività e scegliendo se impostare manualmente o automaticamente l'orario d'attività.
Su Windows 10 l'orario di attività può essere impostato portandoci nel percorso Impostazioni -> Aggiornamento e sicurezza -> Windows Update, premendo sul menu Cambia orario di attività e premendo infine sul tasto Modifica. Anche su Windows 10 è presente un interruttore per attivare la regolazione automatica dell'orario di attività, così da lasciare al computer la scelta del momento migliore per procedere con gli aggiornamenti.
Se tutti i consigli precedenti non hanno sortito effetto e la CPU del computer è ancora sotto sforzo, probabilmente la colpa è di un malware particolarmente insidioso e potente.
In questo caso possiamo procedere con una scansione antivirus aprendo il menu Start, digitando Sicurezza di Windows, premendo sul menu Protezione da virus e minacce, cliccando su Opzioni di analisi, attivando la voce Analisi completa e cliccando infine su Avvia analisi.
Se l'analisi non porta a nessun miglioramento vi consigliamo di ripetere la scansione con altri scanner di sicurezza come per esempio Malwarebytes.
In un altro articolo, come rimuovere malware e virus dal computer infetto.
Al di là di questi eventi casuali, se si scopre spesso che il PC soffre di rallentamenti o blocchi nell'esecuzione dei programmi, può essere utile, oltre a controllare i processi dal task manager (che si apre su Windows premendo insieme i tasti CTRL-Maiusc-ESC e su WIndows 11 e 10 premendo dopo su Più dettagli), l'uso di uno strumento che ne regoli l'utilizzo della potenza di processore.
In pratica si vuole fare in modo che se un processo consuma troppa CPU, questo venga non terminato, ma reso meno importante rispetto agli altri, in modo che la CPU possa bilanciare il suo carico e lavorare meno per questo processo.
Questo è un meccanismo che Windows già fa automaticamente, in modo da velocizzare l'esecuzione dei programmi ad alta priorità su Windows.
In Windows 11, la priorità dei processi si può alzare o abbassare dal gestore attività, dove premendo col tasto destro su uno dei processi, si può attivare o disattivare la modalità efficienza. Questa modalità, che è indicata da un'icona a forma di fogliolina verde, si attiva automaticamente sui processi o i programmi che sono in standby (ossia non in uso), per dare loro meno importanza e fargli usare meno risorse possibile.
Se il nostro computer è davvero troppo lento e non sappiamo come recuperare le vecchie performance, possiamo ridurre l'utilizzo elevato della CPU su Windows 11 e Windows 10, recuperando le prestazioni perdute cambiando alcune configurazioni.
Chiudere le app inutilizzate
Il primo consiglio che possiamo seguire prevede la chiusura delle app indesiderate da Gestione attività, così da lasciare più risorse agli altri programmi e processi in uso.
Per procedere facciamo clic destro sul menu Start, premiamo su Gestione attività, clicchiamo su Più dettagli (se presente), premiamo sulla scheda Processi, premiamo sulla colonna CPU per ordinare i processi per percentuale di utilizzo del processore e chiudiamo eventuali applicazioni che consumano troppa CPU ma che non stiamo utilizzando in quel preciso momento.
Cerchiamo di evitare la chiusura di processi o di applicazioni che non conosciamo o di cui non sappiamo nulla: rischiamo di fare dei danni o di chiudere dei processi indispensabili per il corretto funzionamento di Windows. Per approfondire possiamo leggere la nostra guida su come chiudere i processi attivi inutili di Windows.
Limitare le app in background
La maggior parte dei problemi di carico elevato della CPU sono causati dai programmi in background, ossia dalle applicazioni che si avviano insieme a Windows e di cui l'utente non sa nulla.
Per controllare le applicazioni in background facciamo clic destro sul menu Start, premiamo su Impostazioni, clicchiamo sul menu App, selezioniamo il menu Avvio, rimuoviamo il segno di spunta alle applicazioni che non vogliamo si avviino insieme a Windows e riavviamo il PC per rendere effettive le modifiche. Questa procedura è valida sia per Windows 10 sia per Windows 11, visto che i menu sono identici.
In alternativa possiamo rimuovere i processi in background aprendo nuovamente Gestione attività, premendo sulla scheda Avvio, facendo clic destro sul processo che vogliamo disattivare e premendo infine su Disabilita. Per approfondire possiamo leggere la nostra guida su come disattivare avvio programmi automatico in Windows.
Ripristinare il risparmio energetico
Alcuni profili del risparmio energetico (come per esempio Prestazioni massime) aumentano la frequenza della CPU causando quindi surriscaldamento, rallentamento dei processi e autonomia ridotta (sui portatili).
Per ridurre l'utilizzo elevato della CPU possiamo reimpostare il profilo di risparmio energetico predefinito aprendo il menu Start, aprendo il Pannello di controllo e portandoci nel percorso Hardware e suoni -> Opzioni risparmio energia.
Dopo aver aperto questa schermata assicuriamoci di selezionare il profilo Bilanciato, così da ridurre la frequenza del processore. Se avevamo personalizzato questo profilo in passato facciamo clic sulla voce Modifica impostazioni hardware accanto al nome del profilo Bilanciato e premiamo sulla voce Ripristina impostazioni predefinite per questa combinazione.
Sul risparmio energetico possiamo leggere le nostre guide su come attivare e disattivare il limitatore di potenza di Windows 10 e su come usare il risparmio batteria intelligente in Windows 10 e 11 sul portatile.
Disattivare il servizio Superfetch
Superfetch (Processo Sysmain) è un servizio che consente alle applicazioni di caricare contenuti ancor prima di aprirli. Questa funzione aumenta considerevolmente l'utilizzo della CPU e, sui computer meno performanti, conviene sempre disattivarla.
Per procedere premiamo sulla tastiera la combinazione WIN+R, digitiamo services.msc e, una volta aperta la finestra dei servizi, identifichiamo il servizio SysMain. Aprire con un doppio click SysMain, premiamo su Interrompi e, nel menu a tendina accanto alla voce Tipo di avvio, selezioniamo la voce Disabilitato; riavviamo il computer per rendere effettive le modifiche.
Attendere la fine degli aggiornamenti
Uno dei motivi per cui Windows rallenta vistosamente è l'installazione degli aggiornamenti. Durante questa fase il sistema utilizza una parte considerevole delle risorse del computer e, sui PC con qualche anno sulle spalle, durante gli aggiornamenti il computer è totalmente inutilizzabile.
Per evitare che gli aggiornamenti utilizzino tutte le risorse del computer possiamo fare affidamento sull'orario attività, così da installare gli update solo fuori dall'orario di attività o di lavoro (bisogna però ricordarsi di lasciare il PC acceso per almeno un'ora dopo l'orario di attività, così da portare a termine gli aggiornamenti).
Su Windows 11 possiamo rimandare gli aggiornamenti fuori dall'orario di attività portandoci nel percorso Impostazioni -> Windows Update -> Opzioni avanzate, aprendo il menu Orario di attività e scegliendo se impostare manualmente o automaticamente l'orario d'attività.
Su Windows 10 l'orario di attività può essere impostato portandoci nel percorso Impostazioni -> Aggiornamento e sicurezza -> Windows Update, premendo sul menu Cambia orario di attività e premendo infine sul tasto Modifica. Anche su Windows 10 è presente un interruttore per attivare la regolazione automatica dell'orario di attività, così da lasciare al computer la scelta del momento migliore per procedere con gli aggiornamenti.
Analizzare il PC alla ricerca di virus
Se tutti i consigli precedenti non hanno sortito effetto e la CPU del computer è ancora sotto sforzo, probabilmente la colpa è di un malware particolarmente insidioso e potente.
In questo caso possiamo procedere con una scansione antivirus aprendo il menu Start, digitando Sicurezza di Windows, premendo sul menu Protezione da virus e minacce, cliccando su Opzioni di analisi, attivando la voce Analisi completa e cliccando infine su Avvia analisi.
Se l'analisi non porta a nessun miglioramento vi consigliamo di ripetere la scansione con altri scanner di sicurezza come per esempio Malwarebytes.
In un altro articolo, come rimuovere malware e virus dal computer infetto.
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