Riconoscere se l’SSD si sta rompendo e se è da cambiare
Temiamo che l'SSD possa rompersi? Vediamo come riconoscere i principali sintomi ed evitare la perdita di dati.
Gli SSD hanno reso tutti i PC moderni estremamente veloci nell'eseguire le operazioni dei programmi, oltre a migliorare sensibilmente i tempo d'avvio e di spegnimento di tutte le macchine che eseguono Windows. Purtroppo gli SSD non sono immortali e, come ogni componente elettronica, potrebbe rompersi di punto in bianco, portandosi con sé tutti i dati personali salvati. La maggior parte delle volte la rottura non è mai improvvisa, ma viene anticipata da alcuni sintomi, che spesso gli utenti comuni ignorano finché il disco non si rompe definitivamente.
Per evitare perdite di dati e ripristini difficili nella seguente guida vi mostreremo quali sono i sintomi a cui prestare attenzione sugli SSD, così da poter intuire un futuro problema e salvare subito tutti i dati personali o i programmi già installati con un backup totale del sistema.
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I file non possono essere letti o scritti
Il primo sintomo che qualcosa non va nel disco SSD è il mancato accesso ad alcuni file personali o ad alcuni programmi: improvvisamente il file "sparisce", viene spostato in una posizione diversa da quella in cui l'avevamo salvato o, quando proviamo ad aprirlo, vediamo comparire una finestra d'errore molto generica e poco chiara.
Se questo messaggio d'avviso viene visualizzato solo una volta, potrebbe essere una casualità o un file cancellato per errore (di cui è rimasta una traccia); se però il messaggio si ripete più volte o coinvolge file creati o salvati da tanto tempo conviene prepararsi al peggio e procedere subito ad un controllo del disco, come vedremo nel capitolo dedicato.
File system corrotto
Se il file danneggiato o corrotto dall'SSD quasi guasto è un file di sistema, i sintomi iniziano ad essere molto più evidenti. Il sistema effettuerà da solo un controllo d'integrità e proverà a risolvere da solo il problema, riportando la situazione alla normalità.
Anche in questo caso un errore di file system corrotto potrebbe non indicare nulla se capita una sola volta (magari abbiamo spento male il PC o un blackout ha fatto saltare la corrente durante lo spegnimento o l'accensione), ma se capita spesso è un sintomo evidente che l'SSD potrebbe essere danneggiato. In questo caso conviene effettuare manualmente un controllo del file system per vedere se il danno è ripristinabile.
Frequenti schermate blu (BSOD)
Ai sintomi visti finora può aggiungersi anche la classica schermata blu d'errore di Windows, conosciuta anche come BSOD. Queste schermate possono segnalare vari tipi d'errore ma, se notiamo che la maggior parte di essi riguarda l'I/O o l'accesso alle risorse di sistema, quasi sicuramente il problema è causato da un SSD quasi rotto.
Conviene sempre analizzare nel dettaglio le schermate blu, anche per identificare i problemi causati da un banco di RAM difettoso: quest'ultimo ha sintomi simili all'SSD rotto, rendendo quindi difficile identificare la vera natura del problema.
Cartelle, file o dischi accessibili in sola lettura
Un sintomo molto evidente di quasi rottura di un SSD è la trasformazione dei file personali in file in sola lettura: di punto in bianco i file personali (ma anche file legati all'esecuzione dei programmi) non possono essere più modificati, anche se abbiamo tutti i permessi per farlo.
Un file che diventa "in sola lettura" all'improvviso non è mai un buon segno, visto che questo problema è legato quasi sempre al danneggiamento dei blocchi o dei settori dell'SSD dove il file è immagazzinato. Se compare questo sintomo unito ad almeno un altro sintomo visto in precedenza, dobbiamo subito effettuare dei test sull'SSD, non prima di aver messo al riparo i file personali più importanti.
Come controllare la salute del disco SSD
Per analizzare lo stato di salute del disco SSD sospetto possiamo utilizzare un programma gratuito come CrystalDiskInfo, scaricabile dal sito ufficiale.
Nella pagina del sito premiamo sul tasto ZIP sotto la sezione Standard Edition, così da avviare lo scaricamento della versione portable del programma (avviabile senza installazione). Dopo il download apriamo il file compresso ZIP, scompattiamo il contenuto all'interno di una cartella a piacere e avviamo il programma CrystalDiskInfo.
Questo programma leggerà i dati S.M.A.R.T. comunicati dal disco stesso: se qualche voce di controllo è gialla o addirittura rossa il disco SSD è ormai rotto e dobbiamo sostituirlo. Se invece sono presenti voci blu o verdi il disco è ancora un buono stato e la causa dei problemi è da ricercarsi altrove (escluso l'SSD il responsabile degli errori può essere quasi sicuramente la RAM).
Se vogliamo provare altri programmi di testing per dischi e per SSD possiamo proseguire la lettura nell'articolo sui migliori programmi di test per dischi (HDD e SSD).
Conclusioni
La rottura di un disco SSD può essere una vera seccatura, visto che i suoi sintomi tendono ad essere molto generici e facili da confondere: venendo a mancare completamente le parti meccaniche (tipiche dei dischi fissi tradizionali) non possiamo nemmeno affidarci al nostro "orecchio" per ascoltare eventuali ticchettii, visto che l'SSD è totalmente silenzioso durante il funzionamento.
Se ci imbattiamo in un PC che non si avvia correttamente, che ha problemi d'accesso ad alcuni file o che mostra schermate blu mentre apriamo un file o mentre svolgiamo operazioni semplici sul sistema, molto probabilmente il responsabile è l'SSD, che andrà subito controllato con programmi appositi come CrystalDiskInfo.
Una volta identificato l'SSD come la causa dei problemi del PC rimuoviamolo ed installiamo un nuovo SSD performante, magari eseguendo la procedura per trasferire Windows da un disco all'altro.
Se il danno al disco è grave e non riusciamo ad accedervi per recuperare almeno i file personali, vi suggeriamo di leggere le nostre guide su come riparare i settori danneggiati di un disco e come avviare un Boot CD di recupero.
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